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Arancia meccanica: lo stato che combatte la violenza con la violenza è destinato a fallire 26/6/2023

Aggiornamento: 11 lug 2023


«Quando uscimmo dal Duke of New York locchiammo, alla luce della finestra più grande del bar, un vecchio ciuccone barbugliante che stava ululando tutte le sporche canzoncine dei suoi padri e faceva blurp blurp tra una strofa e l’altra come se avesse una zozza vecchia orchestrina nelle schifose e fetenti budella. Se c’è una cosa che non ho mai potuto soffrire è proprio questa. Non ho mai potuto sopportare la vista di un poldo tutto sudicio, barcollante e ruttante e ubriaco qualsiasi età abbia, ma specialmente se è proprio bigio com’era questo qui. Così (…) gliene suonammo che era una bellezza con le biffe tutte un sorriso, ma lui continuava a cantare. Poi lo trappettammo e lui cascò giù come un masso, sciaguattando fuori una barilata di vomito birroso. Quello ci disgustò, così gli si dette lo stivale, un colpo per uno, e poi fu il sangue, invece di vomito o canzoni, che uscì da quel suo vecchio truglio fetente. Poi ce ne andammo per i fatti nostri». Non è il verbale dell’interrogatorio dei due minorenni che pochi giorni fa, a Pomigliano d’Arco, hanno pestato e ucciso Friedrick, un uomo senzatetto. É invece la cronaca di una serata del quindicenne Alex, protagonista del romanzo “Arancia meccanica” che Anthony Burgess pubblicò nel 1962 e che divenne uno straordinario film di Stanley Kubrick nel 1972. Dunque la violenza gratuita, la malvagità fine a sé stessa non è purtroppo prerogativa dell’oggi. Eppure Burgess non scrive le sue pagine per denunciare quell’esecrabile tratto del genere umano, già ben noto a tutti. Ciò che intende fare, e lo fa capire chiaramente nella parte finale del libro, è indagare con la massima profondità e spietatezza quanto sia importante la libertà. Scavando fino al punto in cui arriva al crocevia fondamentale: meglio essere malvagi per scelta propria o essere buoni per il lavaggio scientifico del cervello? Burgess col suo romanzo ci racconta il fallimento di uno stato - di una società - che pensa di redimere i suoi cittadini usando a sua volta la violenza e l’imposizione. Paradossalmente, proprio attraverso la violenza ci dice come i risultati duraturi si ottengono con stimoli positivi e grazie a scelte individuali consapevoli.

Anthony Burgess, Arancia meccanica, Einaudi 1996.

(L'Adige 26/6/2023)


Maurilio Barozzi LA BIBLIOTECA DI BABELE  L'attualità letta attraverso le pagine dei miei libri preferiti  Ogni lunedì, sulla pagina culturale del Quotidiano l'Adige

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