Il vecchio venditore di agua de coco chiude il giornale. Scuote la testa piano e dice che non se ne può più, che si stava meglio ai tempi del cacao, che di tutta questa nuova superpotenza brasiliana lui non vede niente. Picchia con un dito la copertina della rivista Carta Capital che dice “Brasileiros a servicio de Bush”. Si riferisce a quello.
Cerca un cocco ben gelato scegliendolo tra quelli che ha nel frigo. Col machete ne taglia l’estremità, ci infila una cannuccia e me lo porge. Ahhh, niente di meglio che un’agua de coco bella fresca, con questo caldo.
Il vecchio racconta che quando era giovane, il ministro degli Esteri Juracy Magalhães diceva che ciò che è buono per gli Stati Uniti è buono per il Brasile. «Ma ai tempi di Juracy c’era la dittatura. Adesso scrivono del Brasile come potenza economica. Invece è la stessa cosa. Dov’è la potenza? Mi parlano di etanolo, di petrolio e di sviluppo, ma guarda, guarda lì». Indica la spiaggia e io lì per lì ci vedo un mare turchese, splendido. Ma lui prosegue. «Ci sono anche pochi turisti. Dovevi vedere qualche tempo fa».
Nell’isolotto di Atalaia, davanti a Canavieiras, costa meridionale di Bahia, la sabbia è bianca, aggredita da un sole incandescente. Silenzio. E l’atmosfera è immota come in un allucinato dipinto di De Chirico. Un gruppetto di camerieri sta pigramente all’ombra del tetto della cabana-bar in cui lavorano. Canottiera e piedi scalzi, uno beve acqua. La lascia cascare in bocca tenendo la bottiglietta a trenta centimetri. Un altro è appoggiato a una trave e guarda verso il mare azzurro e verde. Qualche metro più in là c’è il loro capo. È seduto su un secchio rovesciato. Uccide granchi. Li raccatta uno alla volta da una bacinella tenendoli per il dorso. Con un coltellino dà un colpetto al crostaceo per fargli aprire le chele e poi gli conficca la punta nel morbido della pancia. Va avanti da diverso tempo. Ne avrà già uccisi una ventina. Del resto, quando arrivano i turisti (saranno anche meno rispetto a qualche tempo fa, ma ce ne sono ugualmente) e gli chiedono un caranguejo, lui deve essere pronto. Fanno tutto in modo indolente, annoiato, ripetitivo. Sembra strano, vicini ad un mare così... (CONTINUA)
Il reportage completo uscito su Travel Panorama col titolo "A spasso con Joao" (2008) lo ritrovi in "Caro Brasile. Cronache da un bar sulla spiaggia tropicale".
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