top of page
Immagine del redattoreMaurilio Barozzi

Volley. Il pallavolista trentino Gianluca Galassi verso le olimpiadi di Parigi

Aggiornamento: 14 ago


Nell’acceleratore particellare della storia, che è riuscito a comprimere un quadriennio olimpico in tre anni, il pallavolista di Mezzocorona Gianluca Galassi – nostro GG – ha fatto il pieno di ioni. Il mister Hoppenaimer capace di trasformarli in energia atomica si chiama Fefé De Giorgi. Oggi nostro GG è il Superman del centro rete, mantello azzurro e ambizioni auree. «Mi sento un giocatore diverso rispetto a tre anni fa, più maturo, più completo, più esperto. Allora, a Tokyo, ero quasi frastornato, catapultato in un ambiente che conoscevo poco dato che quella del 2021 era la mia prima estate azzurra. Questo gruppo invece, pur con qualche innesto, sta insieme da tre anni e abbiamo vinto diversi titoli così credo che ci sia più consapevolezza dei nostri mezzi e anche le aspettative sono un po’ più alte», dice GG.

Fino al 2021, infatti, il nostro GG era semplicemente un buon giocatore di pallavolo che frequentava l’università. Carriera iniziata formalmente al Club Italia, in A2, a diciotto anni, poi alcune stagioni di galleggiamento nel limbo del volley in cui era stata ricacciata la Lombardia dopo i paradisiaci anni Novanta della Mediolanum. In mezzo, una parentesi a Perugia, dove GG vinse una Coppa Italia dalla panchina. Poi l’accelerazione decisiva. Il Ct dell’Italia Chicco Blengini lo porta in Nations League e dunque ai Giochi di Tokyo e GG, nel naufragio dell’eliminazione ai quarti di finale, trova spazio nella scialuppa dei vari Giannelli, Michieletto, Lavia, Anzani. A mare ci finisce il vecchio equipaggio: Juantorena, Zaytsev, Piano, Vettori, Colaci e l’ammiraglio Blengini. Il comando dello staff lo assume De Giorgi-Hoppenaimer che lavora sugli ioni di GG trasformandoli in particelle atomiche. Un mese dopo GG e compagni vincono l’Europeo e poi arriverà pure il Mondiale (con Galassi miglior centrale). Il piano inclinato degli eventi spinge quel nuovo gruppo nell’imbuto del successo da cui però il nostro GG non si fa travolgere. «Penso di avere ancora dei margini di miglioramento: per questo continuo a prepararmi quotidianamente con lo stesso entusiasmo dei primi giorni», assicura. E, pur di strizzare l’occhio alla vittoria, GG oltre all’allenamento costante e metodico non tralascia neppure gli amuleti. «Prima di ogni partita, sotto la divisa, indosso sempre mutande bizzarre. È la mia scaramanzia. Ne ho con fulmini e saette, con l’immagine di Zio Paperone, con dei maialini... Tutte molto particolari», racconta GG. Evidentemente il rito propiziatorio funziona se, con la maglia dell’outsider Monza, sono arrivate pure una Coppa Cev e, quest’anno, la finale scudetto. Ora ha accettato il trasferimento a Piacenza che lavora per tornare ai vertici della pallavolo italiana. Qualcuno aveva anche ipotizzato un suo ritorno a Trento… «In realtà non c’è mai stata la possibilità di tornare all’Itas – precisa lui –. Mi piacerebbe, perché Trentino Volley è una società che punta sempre in alto, ma con la rosa che ha, con molti italiani, e con la scelta di optare per gli stranieri nel ruolo di centrale, per me non c’è spazio. Tuttavia Piacenza è una piazza importantissima e io mi sento davvero felice di andare lì. Prima però c’è da concentrarsi sulla missione olimpica». Già, e una medaglia d’oro sarebbe la corona da aggiungere pure al titolo di Cavaliere e al Collare d’oro, onorificenze ottenute per i suoi meriti sportivi dal presidente della Repubblica.

***

Tutto è iniziato a Mezzocorona, luglio 1997. «Il presentimento è la sonda dell’anima nel mistero», scrive il poeta. E non può che essere una madre a mettergli le redini. È lei che può indovinare i segreti del bambino futuro che gioca nel suo letto di stelle. È stata lei – la mamma – a carpire dai primi vagiti che nel destino del giovanissimo Gianluca ci sarebbe stato un pallone da pallavolo. Vista anche l’altezza già importante, in prima elementare lo portò a giocare a minivolley e fu lei a non perdersi d’animo quando le scalmane di gioventù imbizzarrirono Gianluca che a un certo punto virò i suoi interessi sul calcio. «Il minivolley fu un’esperienza negativa – spiega –. Non mi divertiva, i miei amici giocavano a calcio e così anch’io ho voluto cambiare. Ma mamma ci aveva visto lungo». Infatti lei lo assecondò e gli fece provare l’ebbrezza di una vita da portiere, al Mezzocorona. Gianluca l’assaporò per otto anni, fino alla fine delle scuole medie mentre la talpa del presentimento continuava a scavare. «Mi ero un po’ stufato del calcio – racconta –. C’era Trentino volley che vinceva Champions League e scudetti e così mi sono avvicinato a quella realtà. Sempre mia mamma mi ha proposto di andare al Big Camp dell’Itas e da lì è nato tutto». Già, è nato tutto lì. Anche se la prima impressione offerta da GG non dev’essere stata delle migliori dato che Gianluca si è presentato al campo di pallavolo indossando la divisa del River Plate e le scarpe da calcetto. «In effetti, a ripensarci devo aver fatto molto ridere – ricorda –. Il fatto è che per l’attività sportiva avevo solo maglie da calcio: quella di Gigi Buffon, di Sebastian Frey, di Julio Cesar i portieri miei idoli di allora. Non ero particolarmente appassionato del calcio argentino ma mi piacevano le maglie da calcio ed erano quelle che usavo per fare ginnastica a scuola. Così l’ho indossata anche alla mia prima uscita con Trentino Volley. Ai tempi, poi, bisognava calzare le scarpe con la suola gialla per non rovinare le palestre e le scarpette da futsal erano le uniche che avevo di quel tipo. Però alla fine i ragazzi mi hanno accettato e la pallavolo è diventata un capitolo fondamentale della mia vita». Che, a differenza del periodo giovanile, non ha più trascinato con sé alcun ripensamento. «C’è stato solo un passaggio delicato che mi ha costretto a considerare il mio impegno nel volley – ripensa Gianluca –. Tra la quarta e la quinta superiore ho dovuto decidere se pensare di fare del volley una professione oppure no. L’occasione era il trasferimento al Club Italia, a Roma. Andarci significava lasciare la mia cara Trento e frequentare a Roma la quinta liceo linguistico. Ci ho pensato su e alla fine ho deciso di buttarmi. Da allora non mi sono più voltato indietro».

***

Così, dopo l’accelerazione dei quattro anni diventati tre, il nostro GG si prepara a un finale di 2024 altrettanto pirotecnico. Subito le Olimpiadi, a dicembre la laurea in Economia aziendale («Ho fatto le cose con molta calma, ma ci tenevo a finire»), ma anche la proposta di matrimonio a Laura che costituisce già la sua famiglia assieme al cagnone Rey. «Rey è stata un’idea della mia fidanzata. Il bovaro del bernese era il suo sogno e io ho accettato la sua scelta. Che si è rivelata azzeccata dato che, come me, adora la montagna e impazzisce per la neve».

Ora però la neve aspetterà. Da sabato 27 luglio GG sarà in campo a Parigi in un girone che promette scintille (Brasile Egitto e Polonia). E con Simone Anzani costretto a rimanere a casa, il centro della rete dovrà presidiarlo il nostro GG. Dunque De Giorgi pensa già alla sua prossima missione: trasformare i protoni in kriptonite per alimentare Superman Galassi.


(l'Adige 21 luglio 2024)


Da Giannelli a Michieletto, da Lavia a Sbertoli: Vuoi conoscere altri protagonisti del volley azzurro? Non perderti "Il nuovo muro dolomitico"







Comments


bottom of page