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Immagine del redattoreMaurilio Barozzi

Rulfo, donne e fantasmi in Pedro Pàramo 18/12/2023


Mucche a riposo sulla spiaggia di Goa

Anche ”Pedro Páramo” è un romanzo che parla di uomini egoisti e brutali che annichiliscono la vita delle donne che dicono di amare. E che talvolta sono perfino convinti di amare.

Forse il più importante della letteratura dell’America latina (tanto da indurre i due premi Nobel Gabriel Garcia Marquez e Miguel Angel Asturias a sostenere che era il libro che avrebbero voluto scrivere loro), “Pedro Páramo” rappresenta per quell’ambito geografico ciò che ha rappresentato per l’Europa “Cime Tempestose” (si veda Biblioteca di Babele dell’11/4/2022)e in certo senso probabilmente pure ciò che è stata “Antologia di Spoon River” per gli Stati Uniti.

Il suo autore, l’enigmatico messicano Juan Rulfo, ci conduce a Comala, un luogo senza tempo e senza luce. Lì, tra mormorii e ricordi eterei, un coro di testimonianze ricostruisce la vita di Pedro Páramo. Una vita violenta, senza rispetto per gli altri e per le donne, che Rulfo riesce a stingere da qualsiasi aspetto di lucentezza, anche quello che siamo usi concedere a chi ottenga successo economico (Pedro Páramo aveva usurpato tutte le terre di Comala), grazie a un gioco di ombre e fantasmi: chi parla è vivo o morto?

Nelle sue pagine, Rulfo elimina i confini tra morte e vita e, casomai, sono proprio i confini a causare la morte: quella di Toribio Aldrete, impiccato per aver fatto costruire un muretto, e quella di Miguel, figlio di Pedro Páramo, caduto da cavallo proprio mentre saltava il muretto. Nonostante tutto il libro lavori sulle dissolvenze, un passo è di chiarezza palmare. Quello in cui Pedro Páramo veglia su Susanita dopo averla obbligata a vivere con lui. E lei, ormai pazza, si macera nel letto. «Se almeno avesse saputo cos’era ciò che la straziava da dentro, che la faceva contorcere nella veglia, come se la facessero a pezzi fino ad annientarla. Lui credeva di conoscerla. E anche se non fosse stato così, non era forse sufficiente sapere che era la creatura cui lui voleva più bene sulla faccia della terra? (…) Ma qual era il mondo di Susana San Juan? Questa fu una delle cose che Pedro Páramo non riuscì mai a sapere».

Juan Rulfo, “Pedro Páramo”, Feltrinelli, 1960.

(L'Adige 18/12/2023)


Maurilio Barozzi LA BIBLIOTECA DI BABELE  L'attualità letta attraverso le pagine dei miei libri preferiti  Ogni lunedì, sulla pagina culturale del Quotidiano l'Adige

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