
Una delle critiche più costanti che vengono rivolte a Giorgia Meloni da quando è diventata presidente del consiglio dei ministri è quella di non discostarsi dal solco tracciato dal suo predecessore Mario Draghi. Eppure, si osserva da più parti, Meloni rappresenta l’unico partito che non faceva parte della maggioranza a sostegno di Draghi. Anche i suoi provvedimenti non appaiono in alcun modo diversi rispetto a quelli dei governi che dichiarava di voler combattere. Quella rivoluzione politico-culturale che Meloni nei suoi pugnaci comizi vagheggiava, sembra essersi totalmente disciolta nel mare di un conformismo che non passa e che fagocita tutti, asservito all’unica vera ideologia contemporanea: il consumismo.
Illuminante, per cogliere la persistenza del fenomeno, è la lettura degli “Scritti corsari” di Pier Paolo Pasolini, che già a metà degli anni Settanta aveva analizzato il tratto fintamente contestatore di moltissimi comportamenti. E come in Italia tale tendenza sia assecondata - seppur sotto mentite spoglie o dichiarazioni - da tutti i soggetti politici, parti più o meno consapevoli di un unico grande gioco. È questo l’aspetto predominante della contemporaneità che relega a pura estetica l’illusione del cambiamento. Anche quella che, scrive Pasolini, si presenta «nelle forme tradizionali della destra fascista e clerical-liberale».
«È così che questi sono anni di falsa lotta, sui vecchi temi della restaurazione classica, in cui credono ancora sia i suoi portatori che i suoi oppositori. Mentre, alle spalle di tutti, la «vera» tradizione umanistica (non quella falsa dei ministeri, delle accademie, dei tribunali e delle scuole) viene distrutta dalla nuova cultura di massa e dal nuovo rapporto che la tecnologia ha istituito – con prospettive ormai secolari – tra prodotto e consumo; e la vecchia borghesia paleoindustriale sta cedendo il posto a una borghesia nuova che comprende sempre di più e più profondamente anche le classi operaie, tendendo finalmente alla identificazione di borghesia con umanità. Questo stato di cose viene accettato dalle sinistre: perché non c’è altra alternativa a tale accettazione che quella di restare fuori dal gioco».
Pier Paolo Pasolini, Scritti Corsari, Garzanti 1975.
(L'Adige 12/6/2023)

Maurilio Barozzi
LA BIBLIOTECA DI BABELE
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